Attese - un manifesto

di Francesca Alfano Miglietti e Moreno Zani

L’appello di Steve Jobs è stato “Non vendete prodotti, arricchite vite”, e ancora “oggi lo scontro non è fra progressisti e conservatori, ma fra costruttori e demolitori ”…

Attese# è un progetto che raccoglie opere come tracce di sperimentazione. Spazi vuoti da restituire alla collettività, laboratori di ricerca e sperimentazione nell’arte dell’esodo e dell’abbandono.

L’arte dunque come un modo per sospendere il bisogno di appartenenza, un atto terapeutico dal momento che divenire altro è la relazione generale con il territorio, la comunità e la sfera sociale.

Durante il decennio passato gli artisti più interessanti sono stati quelli che hanno saputo esprimere il corpo sociale frammentato e la percezione frenetica del tempo precario. Ora l’arte comincia a fondersi con l’atto terapeutico della riattivazione della sensibilità.
La sensibilità è la facoltà di comprendere quel che non può essere detto in parole, ed è una facoltà cruciale perché l’esistenza umana sia umana. L’empatia è legata alla sensibilità e senza empatia la solidarietà scompare e la relazione sociale diviene brutale, aggressiva, barbarica.
Attese# è un progetto in cui è la dimensione temporale quella chiamata in causa.
Una ricerca di disponibilità reciproca tra le parti rigide e morbide del mondo, il tentativo di suscitare un’eccitazione e un collegamento tra entità fredde e calde, sensuali e neutre.

Un progetto, dunque, in un senso vagabondo, un modo di trattare l’arte come un flusso, non come un codice. E come nei diamanti, è impossibile separare la natura splendente da quella tagliente.

L’arte dunque come un modo per sospendere il bisogno di appartenenza, un atto terapeutico dal momento che divenire altro è la relazione generale con il territorio, la comunità e la sfera sociale.
Durante il decennio passato gli artisti più interessanti sono stati quelli che hanno saputo esprimere il corpo sociale frammentato e la percezione frenetica del tempo precario. Ora l’arte comincia a fondersi con l’atto terapeutico della riattivazione della sensibilità.
La sensibilità è la facoltà di comprendere quel che non può essere detto in parole, ed è una facoltà cruciale perché l’esistenza umana sia umana. L’empatia è legata alla sensibilità e senza empatia la solidarietà scompare e la relazione sociale diviene brutale, aggressiva, barbarica.
Attese# è un progetto in cui è la dimensione temporale quella chiamata in causa.

Una ricerca di disponibilità reciproca tra le parti rigide e morbide del mondo, il tentativo di suscitare un’eccitazione e un collegamento tra entità fredde e calde, sensuali e neutre.
Un progetto, dunque, in un senso vagabondo, un modo di trattare l’arte come un flusso, non come un codice. E come nei diamanti, è impossibile separare la natura splendente da quella tagliente.