Open Studio: Lavinia

Il primo progetto in bronzo di T-yong Chung

T-yong Chung (Tae-gu, Corea del Sud, 1977) vive l’Italia come un atlante culturale, iconografico e umanistico da cui attingere, inebriato, fonti di ispirazione e pensiero.

Il suo è un vagare libero, curioso e attento, attratto da punti fermi che si decifrano facilmente nei suoi lavori: l’arte classica, l’arte povera, il minimalismo. Un dialogo continuo tra passato e presente, storia e contemporaneo.

Scultore per tradizione (suo padre lo è in Corea del Sud), è cresciuto nelle officine e nelle fonderie, ha studiato all’Università degli Studi di Seoul e poi all’Accademia Brera, dove ha deciso di stabilirsi in Italia.

Nei suoi lavori la tensione fra la pienezza della cultura occidentale e l’essenzialità di quella orientale, crea un equilibrio formale a cui è difficile aggiungere o togliere. Le sue sculture sono definite anche se sembrano incompiute, il suo segno è delicato ma vigoroso.

Utilizza spesso materiali di scarto, sedie antiche, utensili arrugginiti, pezzi di lamiera che smembra e ricompone, leviga e lucida fino a conferire allo scarto una nuova identità, strettamente legata alla dignità del passato.

I suoi lavori più recenti partono da riproduzioni di gesso di busti classici e da calchi di cemento di oggetti di uso comune.

Da poco si è avvicinato al ritratto dal vero, ponendo una persona e non un simbolo al centro del suo lavoro, dove l’ispirazione classica rimane preponderante, ma l’umanesimo contemporaneo sembra avere il sopravvento.

Lavinia è l’ultimo progetto realizzato da T-Yong Chung presso la Fonderia Battaglia di Milano, nell’ambito del programma Open Studio.

Prodotto da Tender to Art, l’hub dedicato alle arti visive di Tendercapital, il progetto verrà presentato in un’installazione presso la Fonderia Battaglia, giovedì 9 marzo, dalle 18 alle 21.

Centro della mostra sarà il primo lavoro di T-Yong Chung ad assumere la forma bronzea. Si tratta di un busto di bambina, modellato in chiave classica e figurativa, reinterpretato dall’artista coreano secondo la sua consueta decontestualizzazione di un simbolo iconografico occidentale, con tagli e levigature sulla materia.

Lavinia, figlia di Latino e Amata, seconda sposa di Enea, ritratta come una bambina, rappresenta per T-Yong la femminilità mediterranea, la purezza e la complessità della figura della donna.

Lavinia è l’installazione che attraverso le fasi di modellazione del busto di bronzo, crea un processo identificativo del giovane volto ritratto che, assorbendo i materiali e i colori di lavorazione, gesso, terracotta, cera di vari colori, si trasforma in ciascuno di essi. Un ciclo che si sviluppa sulla base della fase precedente ma che alla fine ritorna a se stesso, al suo principio identitario.

L’oggetto è ciò che custodisce, la vita e la storia che racconta e che nella sua estetica estraniante trova una nuova forza vitale. T-Yong Chung si muove attraverso simbologie affermate e caratteri conosciuti, per raccoglierli secondo un nuovo ordine, dettato dalla sua sensibilità nutrita da due mondi e due culture profondamente diversi.